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“BONI’ BONANNO”
Canti Natalizi della Tradizione Popolare
 
I Trillanti, gruppo di musica popolare di Alatri, si fanno promotori di un progetto più unico che raro: “Bonì Bonanno”. Il titolo trae la sua matrice ispiratrice da un antico canto di questua che veniva effettuato ad Alatri ed in Ciociaria nella notte del 31 dicembre ad opera di musicanti che, muovendosi casa per casa, volevano così esprimere a chiunque si trovasse sul loro cammino l’augurio che l’anno a venire potesse essere migliore del precedente e pieno di soddisfazioni, “buono” appunto. È proprio per celebrare questo canto, maieuta dell’intero spettacolo, che si è voluto dare omonimo titolo al progetto.
“Bonì Bonanno” diviene, così, mezzo per sistematizzare tutte le ricerche in campo musicale di natura etno-antropologica che I Trillanti hanno effettuato da cinque anni a questa parte con l’obiettivo di riportare in auge la cultura contadina oltre che un modo di vivere le festività cantando e danzando, e strumento di divulgazione di un passato che è necessario conoscere per capire il presente e proiettarsi nel futuro.
Il concerto - della durata di 1h e 30 minuti – è articolato in ben 14 tappe, ognuna delle quali rappresentativa di un brano della tradizione popolare. Brani, dunque, che dall’Immacolata ci accompagneranno fino al Capodanno.
L’intero concerto verrà eseguito dai musicisti del gruppo con la partecipazione di Gino Fiorini, ultimo cantore depositario del brano “Bonì Bonanno”. In particolare, suoneranno per il pubblico: Mattia Dell’Uomo (voce, tamburi e percussioni), Simone Frezza (voce e fisarmonica), Valerio Frezza (voce e chitarre), Alessandro Magnante (basso elettrico e flauti), Danilo Zovini (zampogne, flauti e ciaramelle), Samuele Ceci (organetto e percussioni), Elisabetta Rossi (voce), Pierpaolo Rossi (viola e violino), Maria Carmen Di Poce (voce narrante, tamburi e castagnette).
Le musiche travolgenti, i ritmi armoniosi, riempiranno l’aria di colore e gioia, avvolgendo con il loro mantello una Natività che suona, danza e canta. Da “Gesù che t’incarnasti” alla “Novena”, per ascoltare (e riascoltare) con il cuore le favole antiche di una Ciociaria in grado di fondere le sonorità agro-pastorali di zampogne e ciaramelle – elementi centrali di questo spettacolo - con le corde di una chitarra o i sonagli di un tamburo. Ciò che vi aspetta è un’esperienza magica in grado di trasportarvi lungo un percorso di luce e di speranza, un fiume che lentamente fluisce, che fa il suo corso, che culla dolcemente. Il mondo popolare torna così a rivivere, ancora una volta, tra il legno e la paglia.
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